La particolare posizione strategica in cui venne ubicato permetteva di tenere sotto controllo la strada che, per evitare le asperità del terreno e aggirare l’ostacolo della Biaschina, saliva verso Chironico e portava al passo del San Gottardo.
Il castello dei Da Giornico ebbe un ruolo di involontario protagonista nel periodo dei conflitti tra Imperatore e Papa per la guida dell’Europa (guelfi e ghibellini). A Milano lo scontro vedeva opposti, in una guerra cruenta (1262-1277) i Della Torre e i Visconti.
Per questo è ricordato in una poesia di Stefanardo da Vimercate, padre domenicano e cronista dell’epoca, che riferisce del soggiorno effettuato, in questo fortilizio che gli apparteneva, dall’arcivescovo Ottone Visconti, nella primavera del 1276. Il castello è pure menzionato nell’elenco delle chiese della Diocesi di Milano compilato da Goffredo da Bussero, notabile e scrittore medievale milanese, nel 1289.
Una prima rovina avvenne forse a seguito d’incendio verso il 1370, cui fece seguito la distruzione per ordine dei Confederati nel 1518, quando si smantellarono tutte le difese delle antiche Valli Ambrosiane. Un’ultima torretta orientale venne infine distrutta attorno al 1884.
Dai resti del fortilizio si può dedurre l’esistenza di tre torri principali e di un muro di cinta, ancora ben visibili nel 1681, quando i ruderi vennero osservati dal prete Giovanni Rigolo di Anzonico (“Scandaglio Historico dell’antico contado lepontico”). La testimonianza più attendibile è quella fornita dagli scritti dello storico di Faido Padre Angelico Cattaneo (1769-1847) raccolti nel testo “I Le ponti”.